Tramite gli oggetti, a volte, la materialità rende tangibile l’esistenza.
Ci sono oggetti che sanno d’infanzia e di persone care, di sentimenti e di amicizie, di sudore e di passato.
Altri, che spogliati del valore venale, ci ricordano il prezzo della fatica e del sacrificio.
Oggetti – buttati nei cassetti o dimenticati nel disordine della vita – che parlano e ci dicono chi siamo.
Vero. Bello. Con l’unica negatività che chi negli oggetti ritrova il proprio passato tende a non buttare nulla e legarsi visceralmente ad alcune cose ed il legame con gli oggetti, ho notato, si trasmette ai discendenti e non so se sia cosa buona… Bisognerebbe forse insegnare che un oggetto è solo un oggetto, io però faccio fatica.
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Col passare del tempo corriamo il rischio di diventare così, infatti è tipico degli anziani… spero di non diventare così. Agli anziani però si perdona.
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Mi considero perdonata 🙂
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gli oggetti sono come le foto sono pezzi di vita, pensa che io ho conservato una bambolina di pezza che mi ha regalato il mio primo fidanzato, aveva 13 anni 😀 guai a chi me la tocca
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(volevo dire vita vissuta )
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bella riflessione,
da ciò che si trova nei solai e nelle cantine si potrebbe ricavare una affidabile biografia del possessore
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C’è un ricordo dietro ogni oggetto, un frammento di vita felice o sofferta.
Borse, cassetti, bauli custodiscono oggetti, nascondono ricordi.
Bellissimo post, complimenti 🙂
Affy
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Non lo dire a me che sono una conservatrice nata…non butterei mai nulla perché do valore ad ogni oggetto…..mi affeziono proprio!
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Io mi affeziono, senza esagerare. Però ci tenevo anche a dire che affezionarsi ad un oggetto non è becero materialismo o attaccamento al valore venale.
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