Si è ristretto il tempo

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Una volta, quando eravamo piccoli, avevamo tempo per tutto e non ci annoiavamo mai. Anche per gli adulti le cose non andavano poi così male: i nostri genitori facevano tutto ciò che necessitava, senza essere mai in affanno.

C’erano il rispetto dello scorrere del tempo, l’entusiasmo dell’attesa e la soddisfazione della conquista. Non c’erano internet, il cellulare e nemmeno la televisione; i giochi si inventavano e si poteva giocare in strada con gli altri bambini, crescendo senza particolari rischi.

Oggi si nasce avendo tutto, molto del quale è superfluo; sempre con  l’attenzione di qualcuno addosso, sempre controllati da qualcosa, sempre impegnati in qualche attività. Siamo iperattivi da piccoli e frenetici da grandi.

Crediamo di essere padroni del nostro tempo, invece ne siamo schiavi, sempre a correre per inseguirlo, senza mai riuscire a fare tutte le cose che dovremmo, anche se sappiamo che in realtà non ci frega niente di farle e non abbiamo veramente bisogno di farle.

Poi, ogni giorno ci creano nuovi doveri burocratici per essere bravi cittadini, lavoratori o genitori; cose delle quali ci sfugge l’utilità, che facciamo per obbligo.

Impegnati come siamo, ci siamo persi il tempo e con esso, la capacità di riflettere e di stare con noi stessi. Poi ci sentiamo soli… perché non sappiamo più stare in compagnia di noi stessi.

Assillati dai sensi di colpa per la frustrazione di non riuscire a fare tutto, impariamo a fare milioni cose, tranne una, che abbiamo scordato: il sano e corroborante non fare un cazzo.

9 risposte a "Si è ristretto il tempo"

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  1. Quanto hai ragione! Ormai si vive nella fretta e nel bisogno estremo di fare qualcosa, ci dimentichiamo gli antichi valori e ci dimentichiamo perfino del tempo, incapaci di sfruttarlo da persone normali quali siamo… parli di cellulari… e hai ragione anche su quello… se ti interessasse scrissi un post riguardo a questo argomento, nel caso volessi darci un’occhiata ti lascio il link https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2014/12/09/sms-e-tradizione-la-mia-scelta/ 🙂

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  2. Questo post ti fa guadagnare il prestigioso riconoscimento della “Gran Lametta d’Oro” perchè è una sensazione orribile rendersi conto di non essere padroni del proprio tempo. Ma la becera inconsapevolezza è sempre peggiore quindi, visto che almeno ci rendiamo conto di quale sia il problema, sforziamoci di riappropriarci del tempo che ci spetta.
    Ti consiglio un libro che a me è piaciuto molto e che se vuoi ti presto: “L’Ozio Come Stile Di Vita” di Tom Hodgkinson
    (ne ho parlato qui http://thequeenofmira.blogspot.it/2012/10/rubrica-ho-letto-un-libro.html)

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    1. Ti scrivo qui perchè per gli utenti di wordpress è praticamente impossibile commentare su blogspot.
      ——–
      Sono parecchio perplesso : niente lavoro, “il denaro è una costruzione mentale“……….
      Ma di cosa campano queste persone? Un tozzo di pane ognni tanto dovranno pure mangiarlo, no? O brucano l’erba?
      Anche coltivare, cacciare, chiedere l’elemosina è un lavoro.
      Che poi l’autore è…un “direttore di una rivista”! Ma andiamo…non ho mai visto in vita mia un direttore (in aziende private) che abbracci davvero questa filosofia!

      Ti consiglio invece “Nelle foreste siberiane” di Sylvain Tesson: lui le chiappe le ha davvero alzate e c’è andato davvero per 6 mesi in siberia a guardare fuori dalla finestra per intere giornate.

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  3. Parla per te.
    Per quanto mi riguarda la mia vita è pregna di quel fare un cazzo, un po’ per scelta (l’iperattività non m’è mai piaciuta) ma spesso per…boh… è così. Alcune volte per accidia causata dalle circostanze (weekend di pioggia passato dal letto al divano e viceversa), altre volte per mancanza di entusiasmo da parte della moglie, altre volte perchè mi tocca stare in ufficio oppure rompermi le balle in altre situazioni non volute ma che mi devo accollare.
    A dirla proprio tutta fuori dai denti, mi sto un po’ rompendo le balle (anzi avevo anche in mente di scrivere un post a riguardo sul mio blog).
    Inutile rispondermi “iscriviti in palestra/piscina/corso_di_cazzate_varie”: non mi piacciono questi ammazza-noia artificiosi.
    Amo i weekend in compagnìa ma tassativamente all’aperto (niente cene in casa, per carità), oppure in montagna, possibilmente con un po’ di sapore di avventura, con qualche novità anche piccola.
    Tutto il resto è un ammazza-noia, come giocare al solitario con le carte.

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    1. Il non fare un cazzo che intendo io significa dedicare il tempo a fare quello che ci piace e che ci viene spontaneo fare. Nel tuo caso parli di week end all’aperto, per altri sarà qualcos’altro. Quindi è un non fare un cazzo per modo di dire, non mi riferivo all’accidia, che non è mai stato un mio problema. ad esempio, non comprendo quelli che dicono di non saper cosa fare quando andranno in pensione… aggiungo che per passarmi il tempo non mi servono nemmeno i soldi.

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      1. Già! Il problema è che le circostanze guidano e limitano anche psicologicamente: da giovane uno sarebbe andato anche sull’everest (partendo a piedi dall’italia), ma quando va in pensione dopo che per 40 anni s’è fossilizzato tra ufficio casa figli e gelato alla domenica… continua sempre così ma senza ufficio nè figli, solo con la moglie che vuole restare sempre a casa per curare i nipotini.
        Altra cosa da dire: senza amici ,se da una parte non si hanno limitazioni, dall’altra viene a mancare quella forza “trainante” che è l’entusiasmo collettivo.

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