Alcuni dicono che dovrei impedirgli di salire sui divani, altri che avrei dovuto educarlo come un soldatino, per farlo sedere a comando e camminare alla gamba: lui invece è un anarchico, mi ruba i calzini, i cappellini e i fazzoletti di carta dalle tasche per frantumarli tutti coi denti.
Nei punti più impervi dei boschi, dove mi accovaccio per seguirlo in mezzo ai rovi, mi rendo conto che lui, lì, sa il fatto suo e sento che potrei anche liberarlo se per incanto il mondo fosse quello dove i nostri avi hanno fatto amicizia. Poi, quando torniamo a casa, ci corichiamo a riposare e poltrire, l’uno addosso all’altro: un uomo e un cane.
Non necessita guardare i documentari sulla natura o essere vegani, per capire che gli animali sono i nostri compagni di viaggio, con sentimenti analoghi ai nostri e che la nostra vita dipende dalla conservazione della natura. Dovrebbero bastare poche riflessioni per rendere ogni essere umano responsabilmente rispettoso degli altri esseri viventi, ma sappiamo che la realtà è ben diversa.
Dopo 2,5 milioni di anni, la consapevolezza di se – per gli ultimi arrivati nel pianeta terra – è ancora un processo incompleto e disomogeneo tra gli individui: lo completeranno solo quando comprenderanno che la consapevolezza del se non può esistere se non come parte di un insieme. Del resto, cosa ci si poteva aspettare da chi non sa nemmeno convivere con i propri simili?
Per lui e per me, invece, non ci sono dubbi sul fatto di avere origini comuni e pari diritti e dignità, quindi – per quanto mi riguarda – lui è libero, nel cuore della notte, di venire ad accoccolarsi vicino a me. Sicuramente, per molti, ciò che dico è inammissibile, ma chiedetevi cosa pensereste voi se qualcuno, a cui volete bene, vi mandasse via… ci rimarreste male, perché i gesti d’amore non si possono negare.
Il motivo per cui vi ho raccontato queste cose, è che mi preme affermare il dolore che provo, quando penso a quanto piccolo, povero e meschino sia il se percepito dall’uomo contemporaneo, di fronte a tutto questo, ai sentimenti degli animali e di fronte all’amore del mio cane.
Condivido tutto quello che hai detto. Io “ho” un gatto.
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Lui non è un umano, i suoi sono i sentimenti di un altro animale. Diverso/altro non è meno, non è più. Cercherò di spiegare con un esempio quello che voglio dire: ne ho tre e tra di loro ci sono delle dinamiche che sono tipiche della loro specie, io non posso non tenerne conto perché per me, umano. non è giusto avere preferenze. Tra di loro ci sono delle gerarchie, tra di noi ci sono delle gerarchie. Ne abbiamo bisogno tutti e quattro e non possiamo essere pari perché il branco non sarebbe possibile.
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È la dignità delle forme di vità che secondo me ha pari dignità in ogni forma. Detto questo concordo con le dinamiche che descrivi, che la vita la regolano, anche tra gli umani.
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Chi ama gli animali é in grado di amare tutta l’umanitá. Il nostro cane é membro effettivo della famiglia,bisognerebbe farlo presente anche all’Anagrafe del Comune.
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sottoscrivo in toto,
convivo con un Terranova di 75kg, è il mio fedele compagno di vita, tolto una certa rigidità sulla alimentazione (è una razza con lo stomaco delicato) gli è concesso fare ciò che vuole, spesso sale sul lettone e dorme con me.
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Condivido le tue parole. Io ho un piccoletto trovatello da 9 anni che mi tiene compagnia, sale sul letto, sta con me sul divano, è anarchico e con un bel caratterino. Lo adoro e per me è migliore di qualsiasi essere umano! 🙂
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