Nel mondo della magia, intesa come spettacolo per il divertimento, è la nostra mente a creare ciò che vediamo sul palco. Proprio lì, sta l’abilità del mago: nell’incantare e sedurre il nostro intimo, in modo che esso completi il gioco da solo, nella maniera più apprezzata, consolatoria e attesa. Egli riesce ad ottenere questo con l’abile uso della psicologia e dei meccanismi mentali, i quali tendono a completare la realtà con la cosa – semplicemente e meccanicamente – più logica, disponibile nel nostro cervello. Servono intelligenza e abilità, ma soprattutto disinvoltura, quando sul palco si creano questi grandi giochi di apparenza; si tratta di una scienza affascinante, che studia degli spettacoli di intrattenimento molto difficili, per stupire il pubblico, secondo la naturale e palese ambizione del mago.
Il mago però, è per lo più maschio, genere del quale esiste una categoria particolare – poi capiremo perché – che mago lo è per definizione e circola impunemente sotto le mentite spoglie di tanti cantautori, presentatori, artisti e personaggi pubblici (perfino politici), nonché su ogni genere di social. Lo si distingue facilmente, perché dice cose, che un uomo mediamente normale, mediamente stronzo o mediamente maschilista, “ma anche” mediamente intellettualmente onesto, non direbbe mai. O, se le dicesse, le direbbe a quattrocchi, alla propria donna, perché lei sola ne fosse il centro dell’attenzione.
Invece, il mago che dico io, quelle cose le dice pubblicamente a tutte, millantando una sensibilità femminile – in un corpo maschile – più falsa di un ipad comprato al fake market di Shanghai, per catturare l’adulazione di un pubblico, forse mediamente trascurato, magari mediamente ingenuo, che lo adula senza remore e mediamente non vuole vedere – in questo caso – la narcisistica e mal celata ambizione dell’incantatore.
Come tutti i grandi maghi, inutile chiedergli spiegazioni, perché la sua forza sta nel mantenere i segreti, senza svelarne i trucchi. Io non so, cosa lui debba ottenere da queste donne, quale naturale e palese ambizione debba sublimare – e non m’interessa – ma una cosa l’ho capita: lui è proprio quel tipo di mago, che se fosse su di un palco a far giochi di prestidigitazione, con grande abilità e destrezza, sulla locandina all’esterno del teatro avrebbe scritto, senza ombra di dubbio, “The Illusionist” – l’illusionista.
Ce ne sono, ma non so se sono cosí tanto bravi, credo sia il pubblico ad essere particolarmente scarso.
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Un po’ e un po’, probabilmente; ne approfitto per chiarire che lungi da me il criticare il romanticismo. Saper scrivere cose romantiche è una cosa che invidio, ma è cosa diversa da ciò che ho descritto.
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Scrivere cose romantiche può essere esprimere il proprio amore o l’idea di amore. È molto differente dalla truffa.
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per molti la vita è e deve essere una illusione
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Viviamo circondati da illusionisti, persone che vogliono o vorrebbero farci cerdere una cosa, che invece così non è.
Forse illusionisti lo siamo un po’ tutti noi, quando vogliamo (magari giustamente) apparire meglio di come siamo in realtà, magari solo al fine di ottenere un posto di lavoro o un “sì” dalla persona con cui vorremmo uscire una sera.
Ben peggio coloro che invece, mentendo, cercano di offuscare la tua vista e farti credere il contrario di quel che è.
Ciao
K!
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Vero, il concetto si estende anche ad altri campi, ci avevo pensato, ma il pezzo mi è venuto così. Distinguerei nettamente, comunque, tra un sano piacere di mostrare le proprie qualità (legittimo) per realizzarsi e ciò che descrivi alla fine.
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Sei nominato nel mio blog!
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