Forse non tutti sanno che il Club riceve della posta, o meglio delle email, tramite le quali iscritti e simpatizzanti pongono ardui quesiti, spesso riguardanti il pensiero femminile complesso e i suoi misteri insoluti, ai quali è difficile rispondere. Si va dalla segnalazione scientifica, al semplice sfogo, fino alla richiesta di aiuto vera e propria. I racconti del Club sono molte volte ispirati a queste lettere e ai casi umani che esse contengono. Rispondere a tutti è quasi impossibile perciò prenderemo in esame solo alcune situazioni particolari, ma rappresentative della maggioranza di quelle ricevute.
Iniziamo con una circostanza abbastanza comune, quella di un marito disperato di Voghera, che ci scrive perché non trova più la moglie: l’ultima volta che l’ha vista è stato quando è entrata in bagno.
Non preoccuparti caro amico, è un fenomeno naturale, vedrai che tua moglie prima o poi tornerà; è infatti noto a tutti che, quando una donna entra in bagno, può rimanerci per un tempo indefinito. Che cosa accada durante questo lasso di tempo resta un mistero: nessuno l’ha mai saputo. Al riguardo sono state formulate ipotesi assurde, come la presenza nei bagni femminili di tunnel spazio temporali che consentirebbero alle donne d’incontrarsi in luoghi segreti per compiere riti esoterici. Alcuni hanno invece teorizzato che quando una persona di sesso femminile entra in bagno per lei il tempo si dilati e scorra più lentamente. Qualunque sia la risposta a questo enigma è stato scientificamente dimostrato che il maschio in attesa invecchia più velocemente. Inoltre, durante l’attesa, lui, oltre a prepararsi per uscire, svolge diversi altri compiti quali andare a lavare la macchina, mettere benzina e portare fuori il cane. Infine, sconfortato, si siede a guardare la partita del pomeriggio alla TV cosicché viene regolarmente beccato dalla moglie che lo apostrofa così: “Allora vogliamo andare? E’ un’ora che sono pronta, sei sempre a perdere tempo, vuoi spegnere quella stupida televisione?” Lui obbedisce controvoglia, ovviamente un minuto prima che la sua squadra del cuore segni il gol del secolo.
Un particolare tipo di stalking, da parte della compagna, è invece quello segnalatoci da un giovane convivente il quale, in relazione ai tempi che corrono, da qualche anno ha avuto la fortuna di trovare un buon posto di lavoro. Il poveretto, quando è in ufficio, essendo per la maggior parte del tempo coinvolto in riunioni con altre persone, è costretto a tenere il telefono sul vibra e perciò, frequentemente, si trova nell’impossibilità di rispondere. Al riguardo il capo l’ha già ripreso diverse volte e, se continuasse, rischierebbe di perdere, oltre al filo della riunione facendo figure meschine, alcune buone opportunità.
Sembra impossibile ma questa tipologia di compagne, è incapace di comprendere che se uno non risponde alle telefonate quando è al lavoro, non lo fa perché vuole ignorarle, quanto perché probabilmente è occupato in una mansione per la quale è retribuito e in quell’istante non può farlo. Spiegare loro che, anche richiamando dopo cinque minuti, il mondo nel frattempo non sarà granché cambiato, è tempo perso. Infatti, le infami insistono testardamente, chiamando a ripetizione, senza capire che è normale che non ci siano novità tra una telefonata e l’altra nel corso della stessa mattinata. Purtroppo si tratta di una patologia ancora incurabile.
Un marito angosciato ci scrive: “Mia moglie è depressa ed io non so più cosa fare. Quando mi avvicino lei è scontrosa, come se non si sentisse compresa, quasi volesse farmi scontare il fatto di averla trascurata. Invece, per me è il centro della vita, non ho altri interessi oltre a lei e non pianifico nulla senza preoccuparmi di sapere cosa le farebbe piacere”.
Caro amico, resisti. Uno dei nostri gruppi di ricerca sta studiando un farmaco in grado di correggere il classico menefreghismo e la tipica pigrizia maschile. Lo scopo è di ottenere un maschio più partecipe e collaborativo; le donne, si ritroverebbero un compagno che le incalzerebbe, interrogherebbe, correggerebbe e suggerirebbe: insomma non starebbe mai zitto e racconterebbe loro, per filo e per segno, tutto quello che gli frulla per la testa, a partire dai probabili risultati del prossimo turno di campionato, fino al fantastico culo della nuova collega. Ah, dimenticavo: lui le confesserebbe anche che fare la spesa e portare i bimbi a scuola è una grande rottura di coglioni. Il rischio è che le illuse non si accontentino e si ostinino a chiedere maggiore partecipazione, ma vorrei vedere se sarebbero realmente disposte ad ascoltare tutto ciò che un uomo ha da dire o piuttosto non preferirebbero che il loro amato continuasse a star zitto aiutandole e facendo il proprio dovere, anche se non esattamente alla perfezione come loro si aspetterebbero.
Scrive un socio del Club, Charlie Flicks: “Mia moglie non mi parla da una settimana a causa di uno sgradevole litigio, dovuto al fatto che le ho mostrato, per sorridere assieme, uno dei racconti del Club! Ma come, io credevo di essere carino nel coinvolgerla…”
Caro socio, sei giovane e ancora ingenuo. Coinvolgimento per lei vuol dire occuparsi delle cose che piacciono a lei, non di quelle che fanno sorridere te. E’ anche per fare fronte a queste discriminazioni di genere, spesso portate al limite del mobbing, che nasce il Club: perché tanti uomini e ragazzi, come te, possano trovare un appoggio ed un conforto, laddove – in uno stato di diritto – dovrebbero essere le forze dell’ordine e la magistratura (se non Amnesty) ad occuparsene. Ad ogni modo, come tesserato potrai usufruire di una seduta terapeutica gratuita alla macchinetta del caffè, sarà sufficiente che ti presenti con due cialde di Aroma Club.
Non solo uomini, spesso a scriverci sono le amiche del Club. Una di queste è la Regina di Mirafiori, che ci segnala quel fenomeno tipico delle cene di fine anno fra colleghi maschi, alle quali, nell’imbarazzo dell’intera combriccola, non è raro veder partecipare la compagna di uno dei commensali, in una sorta di commedia dell’assurdo dal titolo: “Indovina chi viene a cena?”.
Simpaticissima amica, anche questa è una casistica ben nota: tipicamente si tratta della moglie, fidanzata o compagna “patella”, priva della benché minima autostima, la quale, informata della cena, sfodera lo sguardo da micetta abbandonata, costringendo lui a invitarla – proforma – e a portarla con sé. Ovviamente il compagno in cuor suo spera sempre che lei, all’ultimo momento, capisca e risponda al suo gesto politically correct con un nobile declino, in modo da non far trascorrere a tutti, lei compresa, una serata di merda. Ma ahimè, sovente non è così. Ovviamente, in questo genere di serate, non esiste un argomento di conversazione trattabile, che possa coinvolgerla. Alla fine, quando qualcuno dei colleghi, impietosito dalla situazione, cercherà di intavolare un discorso adatto a lei, gli altri commensali si domanderanno sconcertati cosa cazzo sono andati a fare lì quella sera se poi devono ascoltare scemenze del genere! Il finale, non è un bel finale: se i due continueranno a stare assieme, lui non uscirà più con i colleghi, un po’ per restituire loro l’annuale serata di svago, ma soprattutto per evitare di ascoltare le critiche risentite della sua dolce metà che non ha gradito la compagnia. I colleghi invece, da quella sera in poi, lo guarderanno con compassione, pensando di trovarsi di fronte a un caso di demenza senile precoce o, come più probabile, al tipico uomo zerbino calpestato dalla moglie.
La rubrica termina qui, ma continuate a seguirci e a scriverci, perché voi siete la nostra forza – noi, la vostra unica speranza.
By Papillon & Pepelion
Troppo simpatico!! Buona settimana,65Luna
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Grazie e buona giornata!
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Questa rubrica è a dir poco fondamentale per tutti noi!
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Grazie, solo uniti si vince!
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Marììììa, che tristezza. Non posso più leggere i tuoi post!!!
Quello della moglie in bagno che poi si lamenta come se la causa del ritardo fosse il marito, è la pena (per quale malefatta poi? Boh…) a cui pure io sono sottoposto.
A me è arrivata a dire che… (siete seduti?)… che lei se l’era presa comoda perchè ha visto che io mi ero messo a fare altro (certo: per far qualcosa mentre l’aspettavo!).
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Temi scomodi, ma bisogna parlarne, il silenzio sarebbe la fine!
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Nell’ultimo caso ci sono anche buone probabilità che qualche collega maschio inizi a fare un po’ troppo il simpatico con tua moglie, la quale sentendosi esclusa dalle conversazioni non esiterà a dar retta al farfallone di turno.
Altro ottimo motivo per averla lasciata a casa.
Se però la volta successiva la lasci a casa ma poi noti che manca alla cena anche il collega farfallone, allora inizia a farti qualche domanda.
La risposta arriverà da sola.
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Hai ragione, ho assistito anche a questo genere di cosa, poi non è capitato nulla, ma c’è sempre in giro qualche sciacallo… quanto mi piacciono questi contributi, grazie e buona giornata.
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Suvvia, che sarà mai quell’ora in bagno?!? è risaputo che è la stanza più rassicurante di casa, un nido in cui il tempo scorre davvero in modo diverso.
Mi piace la tua ipotesi del tunnel verso una dimensione parallela, l’imprtante è che non si debba passare attraverso il sifone; tra l’altro questo spiegherebbe perchè noi donne,almeno nei locali pubblici, andiamo al bagno in compagnia: nel caso una avesse difficoltà a tornare indietro.
Tornando al questito da me proposto mi pare che la risposta del Club sia orientata verso un comportamento dovuto alla stronzaggine della tipa, io invece l’ho trovata abbastanza masochista ma forse i due atteggiamenti si completano.
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No, non stronzaggine ma insicurezza che poi si trasforma anche in stronzaggine. Bellissimo, hai svelato il mistero delle donne che vanno in bagno assieme…
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