Ora, secondo alcuni individui aggregati attorno ai fanatismi religiosi o politici, l’identità, nell’unica verità possibile secondo loro, si manifesta seminando la morte; ma quale croce hanno portato, quale vessazione hanno realmente subito questi individui, tali da giustificare le azioni violente che commettono? Nessuna. I loro profili parlano di individui che non hanno mai avuto la benché minima volontà di integrarsi; oppure, il loro profilo è quello di poveri disagiati mentali o avanzi di galera mandati in giro per il mondo a seminare morte. Alla fine, pur non dimenticando i presupposti storici delle diverse culture, penso che se non ci fossero i fondamentalismi, questi uomini senza cuore, troverebbero comunque il modo di essere delle persone cattive.
Il Natale, per noi occidentali (e non solo) è la festa più importante, anche se al fianco di essa si assiste all’avvento di altre feste, tipo Halloween, anch’essa globalizzata allo scopo di aumentare gli affari. Insomma, tutte le feste sono diventate così. Se, però, ci mettiamo a studiare le origini storiche, culturali ed ancestrali di tutte queste ricorrenze, possiamo forse cominciare a guardarle con occhi diversi ed a comprenderne il valore comune, il quale ne trascende il significato assegnatole dagli uomini nel corso della storia. Poco importa a quale evento della natura o richiesta di auspicio fossero legate. Il fatto è che, ovunque, quando ci sono le feste ci si ferma, perché si fa vacanza e si stacca la mente dai problemi; di qualsiasi tipo esse siano, diventano momento di aggregazione con gli altri e di ricongiungimento con se stessi, con la propria origine, anche solo famigliare, se non con la propria terra o comunità.
Ogni terra, ogni cultura ed ogni comunità ha le sue, ma il significato è sempre il medesimo, ovvero, ognuno ha il bisogno di riconoscersi e ritrovarsi in qualcosa. Potremmo quasi dire che ognuno ha il suo Natale ed ogni natale ha un suo perché. Ci sono i religiosi convinti, ci sono i laici, ci sono gli agnostici e ci sono coloro che detestano le feste perché le trovano ipocrite o ne vedono solo l’aspetto materiale. Non ho qui la presunzione di voler fare considerazioni antropologiche, ma per quanto ho detto fino ad ora, mi vorrei dissociare dai pensieri espressi da questi gruppi e, invece, con i presupposti descritti, accomunare i centri sociali e le parrocchie, il Club di Papillon e le bocciofile, perché ognuno dei gruppi, che in quei posti si riunisce, lì ci trova i propri momenti di identificazione.
Vi dirò, alla luce della cronaca e della storia contemporanea, sono sempre più orgogliosamente contento di sentirmi aggregato attorno ad un sentimento, un ideale, una passione o, addirittura una moda consumista, come un mercatino di Natale. Questa ritualità senza più significato religioso, che ci ricorda l’infanzia e la ricerca dei regali, è pur sempre il modo di pensare a qualcuno: due cose che ci fanno stare bene.
Colonialismo, imperialismo, multinazionali, sfruttamento del terzo mondo, discriminazione razziale mi hanno stancato, sono concetti usati solo per riempire il vuoto, quando, piuttosto, quello che serve è imparare ad amare e rispettare la vita, per come Dio, o chiunque, ce l’ha data. Quindi, terroristi, integralisti, smaniosi di potere, delinquenti e mafiosi, trovatevi il vostro cavolo di natale e non rompete più le scatole.
La religione come motivo di guerre e di uccisioni è solo un alibi per portare avanti pensieri ed azioni di tutt’altro tipo.
Purtroppo sono pessimista e temo che i tempi bui continueranno a lungo.
Noi cerchiamo comunque di avere degli ideali, in alternativa alla aridità di cuore e sentimenti.
Buon Natale a te, Papillon
K!
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Grazie e auguri anche a te.
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L’impotenza purtroppo è tanta… Buon Natale amico mio 🙂
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I miei perché si chiamano Panettone e Torrone. ARF!
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Col fisico che hai te lo puoi permettere! Io no… ma me ne frego! Hi, hi, hi…
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Ehehehhe…amo i golosi sereni. 😀
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Ah il Natale, arrivo in ritardo ma eccomi. Il prete alla messa natalizia si è messo sbraitare che dovrebbe essere Natale tutti i giorni. Non gli do torto…ma gli do torto quando durante la messa dei bimbi si è messo a sbaitare contro un signore anziano che incosapevolmente si seduto nel posto di un bambino. Vabbè…ma allora…!!! Dopodiche che dire…ognuno ha le sue, i suoi Natali il suo modo di essere, il suo modo di essere rinascita. dal latino: natus nato, più il suffisso -alem che indica appartenenza. E allora mi chiedo forse sì, forse abbiamo perso il senso vero di appartenenza a noi stessi. Ma come hai ben detto tu, ognuno ha il suo di Natale e ognuno se lo tiene.
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Chi sposa integralismi, estremismi e violenza non ha nessun “natale”, purtroppo. Il “natale” che evoco non è solo quello occidentale ma un qualsiasi “credo” positivo. Grazie della visita e del commento.
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infatti…deve essere una nascita. Una partenza. E non una fine.
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