“Come al solito non capite un cazzo!” Fu l’epiteto lapidario di Teo per commentare la nostra conversazione. In effetti, partendo a parlare di quelle che emettono i gridolini dalle camere degli alberghi, eravamo scivolati nella banalità di certo politicamente corretto: insomma, si parlava di orgasmo femminile, di donne che fingono, di orgasmi simulati, per timore o per compiacere. In generale, ipocritamente, nessuno ammetteva che a lui fosse mai capitato ed era convinzione comune che fosse dovere dell’uomo preoccuparsene.
“Ma quale problema vi fate? Anche io mi sono posto la domanda e mi sono convinto che non sempre ti dicono o chiedono direttamente le cose. Chissà quante volte non le ho soddisfatte.” “Si, ma vai al nocciolo: e quindi?” “Quindi non è che l’orgasmo rappresentasse tutto… cioè, erano le situazioni…” “Sii esplicito, per la miseria, non girarci attorno!” L’uditorio incalzava morboso.
“Insomma per me non era importante che godessero veramente, ma che recitassero bene…” Sgranammo gli occhi. “L’interpretazione è fondamentale: esse stesse traggono narcisistico piacere dal fatto di essere così brave a eccitare. Insomma magari non avranno avuto l’orgasmo, ma entravano così divinamente nella parte… Altrimenti non si spiegherebbero quelle mosse voluttuose, assunte senza fare richieste, a comporre delle sceneggiature da oscar.” I maliziosi iniziarono a comprendere di cosa parlasse.
“Compreso quello – ammetto – le ho chiesto di fare i gridi, che le sentissero tutti, fino alla reception e, senza vergogna, vi dico: quanto ha goduto il mio ego maschile! E loro miagolavano e guaivano, dimenandosi, compiaciute nello specchio, al ritmo di qualche sculacciata tonificante, mentre magari le tenevo per i capelli raccolti a coda.” “Ma questo è stupro!” Commentò il bigotto e timorato. ” ‘zzo dici! Erano talmente infoiate e calate nella parte della divoratrice di maschi da volere perfino detti i nomi!” E il solito “gnugnu” (come si dice dalle nostre parti): “Quali nomi? Perché, come si chiamava?” “Zoccola!” Apostrofò qualcun altro, per farlo zittire e non perdere dettagli. “Dimmi che sono la tua zoccola, per la precisione…” Puntualizzò Teo col piglio del docente. Il gnugnu rimase interdetto e pensieroso, mentre l’oratore si compiaceva dell’ammirato consenso. “Ma te lo chiedevano loro?” “Sì” Disse tronfio e si avviò col PC sotto il braccio alla successiva riunione, per parlare di qualità del prodotto, mentre tutti rimanevano li con lo sguardo assente a pensare alla qualità della loro ultima trombata. Si scossero solo d’improvviso, quando lui, facendo capolino da lato della macchinetta, si riaffacciò all’area caffè e, guardando il gnugnu, disse: “Ah, comunque parlavo di scopare, non di fare l’amore; anche se scopare, a volte, farebbe bene all’amore…” E sparì.
Proprio per evitare cose del genere io adoro farmi imbavagliare
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Sei spettacolare…
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Io sono d’accordo con la conclusione di Teo.
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Eh, eh, eh… già
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Io no, assolutamente.
Se sto tiepido, significa che sono “impacciato”, che non sto davvero a mio agio.
Con la persona giusta riesco a essere il vero porco che sono. E la mia donna la pensa allo stesso modo.
Anzi, solitamente sono le donne a pensarla così, mentre gli uomini tendono a fare una divisione tra “quella con cui fare di tutto” e “quella da sposare”.
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Il senso della conclusione era esattamente questo, quindi perché non sei d’accordo?
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C’è scritto:”scopare, a volte, farebbe bene all’amore”.
Cioè: “a volte farebbe”….
Per me invece è categorico.
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O almeno, io lo avevo interpretato così.
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Secondo me, molto spesso i gridolini vengono emessi solo per attirare l’attenzione, non perché derivati da vero piacere fisico.
Anche se…
https://nonsonoipocondriaco.wordpress.com/2015/01/28/strani-rumori/
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Voglio dire che li usano per sublimare un piacere diverso, non semplicemente fisico…
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è tutto un gioco psicologico ed ogni giocatore gioca al “suo” livello…
io credo che il piacere vada rispettato, ma ancora meglio sarebbe riuscire a comprenderlo, per trarne assoluto beneficio…
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Concordo. L’importante è essere sintonizzati sullo stesso livello per evitare sgradevoli malintesi, in modo che il piacere – fisico o psicologico – sia sempre consapevolmente condiviso.
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Assolutamente fondamentale
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Erik perfetto. Ti darei un bacio…in bocca sempre che tu gradisca 😗
Sheraassaiseriosa
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lusingato… 🙂
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Per fare tutta ‘sta fatica deve proprio valerne il pene.
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Certo! Parola di Teo. 😉
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:-*
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Ho smesso di fingere parecchi anni fa. Molto meglio gridare per giusta causa, il ché non vuol dire necessariamente avere un orgasmo. Quello che non sopporto invece è che mi si chieda di stare zitta… certo, a meno che non sia un ordine 😉
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Io trombo come un cane pervertito proprio perchè faccio l’amore.
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Io non gridavo neppure durante il parto figurati se potrei ululare fosse anche x un orgasmo multiplo… epperò o li ho incontrati tutti io oppure anche i masculi sciorinano una vasta gamma di suoni che vanno dal mugolio all ansimare come una locomotiva a tutta una serie di frasi.
Sherabientot
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Interessante…
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Ripensavo alla locomotiva… quando uno si impegna, ammetterai, c’è un certo dispendio energetico…
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Io penso arrivi prima l’orgasmo mentale è da lì che tutto dipende . Già pregusti ciò che vivrai di lì a poco. Facciamoci caso quando mangiamo qualcosa di veramente buono ,che ci piace davvero tanto, smettiamo mugolii o comunque rumori di pura goduria. Quindi…Buon appetito in tutti i sensi
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Campari ci propone una riflessione sul piacere: «E se il vero piacere fosse già adesso? Sì, prima che tutto cominci, quando l’atmosfera si carica di promesse e la tua testa di storie da vivere, quando nulla tu può deludere, perché tutto può ancora succedere e tu pregusti un incontro, uno sguardo, l’idea di un finale diverso. In fondo, non è forse vero che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere?»
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Hai colto ciò che volevo far passare 😉
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