I masochisti della verità

Il tema delle bugie non è nuovo in questo blog. In un post ponevo l’attenzione su quelle che definivo ”non verità”, ovvero le bugie necessarie, che definire a fin di bene non è completamente corretto, e vi spiegherò poi il perché. A risvegliare l’attenzione sul tema, recentemente è stato un post che ho letto sull’argomento, il quale ne parla a 360 gradi, fornendo una panoramica completa del campionario dei vari e veri bugiardi.

Ma… sono veri bugiardi coloro che dicono bugie a fin di bene? Da alcuni definite anche bugie “bianche” (termine più consono), esse hanno lo scopo – piuttosto che di fare del bene – di non ferire o evitare inutili discussioni, col rischio di minare un rapporto; insomma, si tratta, il più delle volte, di bugie indotte dallo stesso destinatario delle medesime.

Il primo esempio, fin troppo facile da menzionare, è quello di un partner geloso – ché, se non si hanno le palle di mollare – non può essere tenuto a bada, se non mentendo a raffica, allo scopo di non dover giustificare fatti perlopiù insignificanti, che sarebbero certamente interpretati come indizi del tradimento, senza possibilità di appello. La gelosia è una patologia brutta, che acceca il malato ed ammazza (a volte, ahi noi, anche in senso non figurato) l’amore e la passione.

La questione, che invece ritengo più seria e complessa è quella di un genitore ossessivo. Anche qui, se non si ha il coraggio di scaricarlo tagliando i ponti, si va incontro ad un quadro famigliare negativo. Si tratta di quel tipo di genitore, che immagina il figlio a propria immagine e somiglianza oppure clone di un modello che sta nella sua testa. Nessuno dei due è lui. Per quel figlio arriverà il giorno della recriminazione, quando il genitore non ci sarà più; oppure passerà il tempo a recriminare per avere vissuto col freno a mano tirato. A meno che… a meno che non abbia mentito così tanto e così bene da fargli credere di essere quello che l’altro avrebbe voluto. Anche in questo caso l’epilogo è triste, perché  purtroppo per lui sarà un po’ come essere cresciuto orfano.

Vi saranno anche capitate certe serate in compagnia, credo, quando si presenta qualcuno, magari un caro amico, convinto depositario di qualsiasi verità. In pratica quel tipo di persona, con la quale qualsiasi confronto non solo non è possibile, perché non vi lascia parlare, ma è inutile perché non è in grado di capire. Non c’è scelta: o ci si bisticcia, oppure gli si lascia credere di avere ragione. O meglio, lui se ne convincerà da solo, pure se voi, in realtà lo avete ascoltato annuendo distrattamente. Anche non battersi per quello che si pensa (se chi abbiamo davanti non lo merita) è, in fondo, un modo di mentire.

Tutte le persone, vittime delle bugie bianche, che ho descritto, sono accomunate da un male che non sanno di avere: vogliono che gli si menta. Persone che possono essere anche importanti per noi ed alle quali possiamo volere un sacco di bene, ma vittime del loro limite. Quello di credere che tutti siano come loro, che il mondo giri sempre come loro credono. Persone valide ed eccezionali, se considerate in assoluto, ma sempre pronte a sdegnarsi se gli si sbatte in faccia quella verità, che a loro non piace, e che ti lanciano l’occhiata severa se gli dici di avere agito diversamente dal loro verbo. Persone che, quando si toccano determinati argomenti, parlano per dogmi, ti parlano sopra e non ti ascoltano, perché si danno le risposte da soli, che tanto pensano siano anche le tue. Insomma dei masochisti della verità, ai quali se menti fai solo un piacere.

12 risposte a "I masochisti della verità"

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  1. Io, lo ammetto, utilizzo la “bugia bianca” al lavoro.
    Ma, cosa importante, mai per danneggiare il mio interlocutore, magari solo per prendere tempo ed analizzare meglio la situazione, e contemporaneamente rendere tranquilla la persona.

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  2. Io invece sottolineo la vignetta introduttiva perchè è una scena che si verifica spesso qua da me in ufficio, visto che ho un paio di colleghe logorroiche a cui importa solo parlare e non ascoltare. Per dirla tutta, annoiata dal brusio prodotto da una delle due ho iniziato a leggere questo post, senza nemmero fare finta di ascoltarla. Adesso è tornata nella sua stanza o è andata ad ammorbare qualcun altro. Quindi grazie. 😀

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  3. Con la quasi anzianità spariscano molti freni inibitori, spesso bastano le mi facce non servono neanche le parole. Sarò sincero, sono rimaste solo un paio di persone a cui riservo un trattamento di favore., non bugie bianche, ma silenzi pieni di insulti.

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