Lobotom

Foto tratta dal sito https://it.dreamstime.com/illustrazione-di-stock-robot-frankenstein-minaccia-di-intelligenza-artificiale-image94261893

Nelle serate di Champions i trasfertisti, soli e lontani da casa, si radunano per celebrare il rito della partita di calcio in compagnia. Il ritrovo è sempre un po’ prima dell’evento, per avere il tempo di cucinare e cenare, in modo da essere tranquilli al fischio d’inizio. Il gruppo si compone più o meno sempre dei soliti noti: il Pepe, il Papi, l’Usignolo Calabro, lo Gnomo e l’ormai ex Educatore Calcistico.

Durante la funzione sono ammessi solo commenti ed imprecazioni sullo svolgimento della partita e soprattutto, in caso di gol della propria squadra, l’abbandono al delirio più sfrenato. Se, invece, le cose vanno male, si scatena l’insulto ai gufi di turno, che spesso sono proprio quelli che il calcio non lo seguono.

Indipendentemente dall’esito, verso la fine della gara – per festeggiare o consolarsi – esce l’immancabile bottiglia di Sambuca, che sarà poco dopo accompagnata da un bel sigaro aromatizzato fumato in terrazza, tra le chiacchiere, prima di andare a dormire.

E’ fondamentale, nelle serate di Champions, escogitare stratagemmi per anticipare la telefonata da casa, allo scopo di scongiurare il fatto di essere disturbati durante l’incontro. L’abilità di ognuno sta nel non far capire all’interlocutrice che la chiamata è partita proprio per evitare di essere disturbati e non per lo smodato desiderio di sentirla. Per questi aspetti, la vita del trasfertista pare quella di un gruppo di carbonari perseguitati dal regime, costretti a nascondere la propria indole libertaria.

Solo il Pepe pare non avere timore della incursione poliziesca; nonostante ciò lui è anche uno dei più attivi nell’organizzazione e dei più vivaci nei commenti e nel tifo. Ma ha una particolarità unica. Una configurazione cerebrale che rappresenta l’anteprima dell’avvento dell’intelligenza artificiale, direttamente all’interno del cervello umano, tramite l’interconnessione con i neuroni.

Studi approfonditi condotti dall’Usignolo Calabro, tramite rigorosa osservazione scientifica e minuziosa raccolta di appunti, hanno portato alla spiegazione del fenomeno. In pratica si tratta della capacità di cedere il controllo ad una evolutissima unità centrale virtuale, che funziona come un pilota automatico.

Facciamo l’esempio. Potremmo tranquillamente essere nel momento in cui lui sta sfiziosamente marinando la carne per la grigliata, preparando un complesso condimento (in cucina se la cava bene) o addirittura al momento del calcio di rigore decisivo, che, ecco, improvvisamente irrompe la chiamata della consorte.

Lui, che viaggia tutta la sera con gli auricolari bluetooth infilati nelle orecchie, lo annuncia con un perentorio quanto odioso: “Sss…”, accompagnato dal gesto imbonitore di una mano, mentre l’altra abbassa il volume della televisione, costringendo gli altri a guardare la partita senza telecronaca… che è un po’ come trombare senza che la partner emetta almeno un sospiro di compiacimento, e che diamine!

A quel punto se vi avvicinaste ai display microscopici inseriti nelle sue pupille, potreste osservare che scorre una serie di messaggi diagnostici, i quali descrivono quanto sta accadendo alla sua unità centrale. Definirla cervello, a tal punto, sarebbe riduttivo.

– Disconnessione lobo destro da sinistro. Attivazione timer risposte lobo destro a cadenza voce moglie. Commutazione lobo destro a modalità “ZERBINO”. Attivazione risposte preimpostate tipo: “Sì, amore. Sì, cara.” “Ah (con finto stupore), dimmi. “Ah, davvero?” “Hai ragione.” –

Contemporaneamente il lobo sinistro va in modalità “automatica”, per continuare a fare quello che stava facendo prima della telefonata della moglie: guardare la partita con gli amici con inclusi i commenti gestuali, cucinare, guardare belle fighe che arrivano da altri amici su whatsapp e così via.

Prima della fine del backup dati moglie, mentre per tutti gli altri già si sarebbe esaurito lo spazio di memoria dell’hard-disk residente nei coglioni ormai strapieni, a lui riesce ancora il passaggio dalla modalità Zerbino a quella Ufficiale e Gentiluomo, dove entrambi i lobi lavorano all’unisono per organizzare attività di coppia che stupiscano la consorte, tipo: cene, viaggi, etc.. Modalità, questa, che è la più controversa e per la quale gli astanti si dibattono, tra sentimenti contraddittori di irritazione e vomito da un lato e di ammirazione e invidia dall’altro.

Come sarà confermato, in maniera più approfondita, dallo studio dell’Usignolo Calabro, che vedrà pubblicato il suo articolo sulla prestigiosa rivista americana Science, si tratta di una nuova mutazione di tipo “psicoinformatico”, la quale riproduce gli stessi effetti della pratica chirurgica della lobotomia – ma senza averne l’invasività – e che consiste nel simulare la recisione delle connessioni della corteccia prefrontale dell’encefalo, il cui risultato è il cambiamento radicale della personalità. Insomma, non più un impressionante intervento chirurgico al cervello, ma una forma di intelligenza artificiale innestata nel cervello di questa nuova creatura, a cui abbiamo affibbiato il nome di Lobotom.

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