Bada bene…

In questa società anziana e longeva, la medicina non è ancora in grado di mantenere la salute cerebrale e fisica ai livelli necessari per affrontare la quotidianità di questa vita burocratizzata, digitalizzata e caratterizzata anche dalla solitudine, dovuta alla riduzione dei membri delle famiglie, impegnati, a loro volta, nella necessità di lavorare per sostenere i costi sempre maggiori di questa vita medesima.

A fronte di ciò, ecco che in soccorso vengono le residenze per anziani, dove la più economica, tra le dignitose, parte da rette di 3000€, che quasi nessuno si può permettere. E poi ci sono le badanti: è di questa categoria che vi voglio parlare, per esperienza personale e di miei amici e conoscenti, ormai maturi a loro volta, con genitori sempre più anziani.

Quando un anziano ha bisogno, l’assistenza deve essere di 7 giorni su 7 per 24 ore: capiamo bene, che assumere regolarmente due persone per questo lavoro, costa addirittura di più della retta di una residenza. Conseguentemente dilaga il lavoro nero: particolarmente tra le persone extra comunitarie, giunte da noi alla ventura, sotto la spinta del bisogno, se non della disperazione.

Provate a parlarne e ad ascoltare le esperienze di chi ci è passato e le ha conosciute, e ascolterete i profili disperati dei loro vissuti ed il malcostume di usare questa debolezza – che definirei invisibilità – per sfruttarle. E poi c’è chi dice “meno male che ci sono”, pensando di dare loro dignità; ma non è così. Non è così perché quel mestiere nessuno lo farebbe se non fosse spinto dal fatto di non avere – o non saper trovare – un alternativa. Un mestiere che le costringe segregate in un rapporto uno ad uno, dentro un piccolo appartamento, con una persona molto anziana, con la quale non hanno punti in comune per conversare, vuoi anche per la lingua e l’impreparazione.

Ed infatti, senza diritti e senza sapersi difendere o relazionare, in una società con una cultura lontana dalla loro, lasciano in braghe di tela, se addirittura non minacciano di denuncia – alla prima opportunità – chi magari si sta svenando per pagarle in nero, ribaltando il gioco, forti di chi non ha nulla da perdere. Cose brutte, di una guerra fra poveri.

E lì, lo stato e le leggi si ergono a paladini del debole – nullatenente – contro un altro debole – che come cittadino italiano possiede una casa, una macchina, una retribuzione “sbarca-lunario”, paga le tasse e quindi è attaccabile nella sua paura di perdere quello che – in una società “civile” – è giusto che abbia.

Io, invece, vorrei che la badante fosse un lavoratore da poter pagare con un tagliando (lasciatemi usare una parola italiana al posto di voucher) di importo fisso detraibile, che includa tasse e contributi, a carico di un lavoratore, automaticamente regolarizzato, nel semplice momento che si fa assegnare un codice fiscale per pagarsi tasse, contributi ed avere diritto all’assistenza sanitaria, ad un conto in banca e all’affitto regolare di una casa.

Vorrei anche, che per le forme di assistenza di 24 ore fosse proibito ricorrere alle badanti, in quanto si tratta di un mestiere dalle conseguenze psicologicamente devastanti per chi lo fa. E vorrei che fossero creati strumenti di aiuto alle famiglie, per la copertura di questo tipo di esigenza.

Ai tecnici lascio lo studio delle contromisure per evitare le frodi. Del resto se abbiamo creato il reddito di cittadinanza, perché non potremmo fare anche questo? Ah, sì… il titolo è uno stupido gioco di parole sul soggetto di questo post.

11 risposte a "Bada bene…"

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  1. A volte mi chiedo che sarebbe successo se non fosse crollato il muro di Berlino e le migliaia di ucraine, moldave, rumene, russe venute a pulire il sedere ai nostri vecchi se ne fossero rimaste a casa loro. Hanno fatto parecchio comodo… Sono d’accordo con te, lo Stato dovrebbe garantire la cura degli anziani senza costringere i figli (e per la maggior parte figlie) a sacrificarsi e svenarsi economicamente. Certo, abbiamo l’assegno di accompagnamento, c’è la detrazione della retta (sia della badante che delle RSA), ma si tratta appunto di una detrazione. E fortunato chi i figli ce li ha, perché se non li ha e non ha i soldi non si sa che fine fa. Forse la soluzione è campare un po’ meno…

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  2. Il welfare in Italia è a livelli infimi, e lo posso purtroppo affermare anche per esperienza diretta.
    E’ vergognoso che la cura delle persone anziane e malate venga delegato a familiari (che magari lavorano o hanno a loro volta problemi) o a terze persone (badanti e assistenti da pagare).
    Perché devo pagare per la salute e l’assistenza di mia madre? E di mia suocera?
    C’è una distorsione evidente, anche perché ormai si dà “per scontato” che ci debba rivolgere alle badanti.

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    1. Una cosa che mi ha angosciato è stata la gestione della badante, sia come dipendente, che come persona. I suoi problemi personali, essendo lei di fatto in famiglia, diventano tuoi. Perché la badante è spesso una persona sola. Per me era insostenibile, in quanto si aggiungevano i suoi problemi, a quello di vedere mia mamma in quella condizione. Io in questa cosa ammetto di non essere capace di affrontarla e guardarla in faccia. Poi lo faccio, ma resto un codardo. Mia mamma ora è in una residenza e mi sento più tranquillo.

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      1. Ciao Papi.
        Purtroppo il mio commento precedente era tronco perché non potevo continuarlo.

        Ho avuto anch’io problemi con il “walfare”.
        La suocera, indigente e gravemente malata, venne sempre esclusa dalle graduatorie pe rle case popolari senza motivo valido, costringendola a vivere in affitto con badante e solo una piccola pensione di reversibilità. Ovvio che dovessimo pagare noi.
        Uno Stato “normale” dovrebbe trovare un alloggio agli indigenti, e una cura ai malati. A mia suocera vennero negato entrambi.

        Mia mamma invece venne lasciata in casa, con la IMMENSA FORTUNA della presenza di mio padre, che le ha fatto da medico, infermiere, badante. Pur vero che gli infermieri venivano una volta al giorno, ma può bastare tutto ciò?

        Mi spiace per tua mamma, dev’essere un trauma per tutti lasciare casa per entrare in residenza, ma se lì verrà accudita bene, sarà una soluzione non perfetta, ma almeno sensata.
        Forza.

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