Uvalde, Texas

“La conquista del West” di Jacques Chastenet

L’agghiacciante massacro dei bimbi nella scuola del Texas, non è emotivamente spiegabile. Così come è difficile capacitarsi, che nonostante i tanti casi in tanti anni, nulla cambia negli Stati Uniti. Ogni tanto qualche folle si arma fino ai denti e attacca una scuola, un luogo di culto un supermercato; insomma si accanisce contro quella normalità umana che gli sfugge e per la quale si sente inadeguato.

Per tentare di dare una spiegazione razionale, della facilità con cui ci si può armare negli States, penso che sia errato cominciare dalla condanna della corporazione dei fabbricanti di armi americani. Io ho sempre pensato che questo non bastasse da solo a spiegare il perché negli Stati Uniti avvengano spesso questo tipo di massacri. Senza volermi spacciare per uno storico o un opinionista titolato, in base a quel poco che conosco della storia americana e in base alle mie visite in quel paese, ho fatto delle considerazioni che non si limitano a quello.

C’è tutta una filmografia che parla della conquista dell’ovest e della frontiera. Ci mostra le difficoltà dei pionieri ad insediarsi in territori sterminati, dove la sopravvivenza era unicamente nelle mani dei singoli. Per infiniti motivi: una natura selvaggia, lo scontro con le popolazioni indigene, i tanti avanzi di galera ed avventurieri in fuga da qualcosa ed in cerca di fortuna. Una storia discutibile sotto diversi punti di vista: ma la storia non va giudicata, va capita. Almeno bisogna provarci.

Una storia che ha dato opportunità a chi non ne aveva ed ha ripagato i rischi e i sacrifici della conquista, celebrando la sacralità della proprietà privata. Che sia il paese delle opportunità e dei tanti rischi, in fondo è vero ancora oggi.

Il possesso di armi per difendersi è quindi giustificato, a mio avviso, dalla vastità di un territorio dove non serve a nulla chiamare il 113, quando ci si trova isolati da tutto. In base a questo, essendo ritenuta una necessità, il possesso di armi è contemplato dalla costituzione americana. Una necessità che – purtroppo – è diventata una convinzione culturale fine a se stessa e uno strumento di violenza di facile accesso per gli squilibrati di mente. Quindi pare essere questo il punto di partenza.

Se questa volta i legislatori di quelle parti si metteranno seriamente al lavoro per cambiare questo stato di cose, non lo so; da parte mia volevo solo dire che tutto questo a noi pare assurdo, perché siamo diversi e abbiamo avuto – in quel senso – una storia e un territorio che ci hanno resi, sotto questo aspetto, più fortunati.

7 risposte a "Uvalde, Texas"

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    1. Altra cosa, che esulava dal post, ma mi veniva in mente mentre scrivevo. Parlando di mentalità e culture radicate, incomprensibili dall’estero, a me veniva di fare analogia con il fenomeno mafioso. Ma lì, trattandosi di casa nostra, ci si mette in un vespaio e non se ne esce.

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  1. Concordo in toto. Ma soprattutto quando ero andata trovavo assurde certe cose…la loro libertà finta. Censurano peggio di noi. Il loro avanguardismo e i pali del telefono li trovi di legno … le armi bande di ragazzi con pistole ciondolanti nelle strade off limits. Certo poi non parliamo di noi.

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      1. Si è ti dirò quando ero là. Era come nei film identico. Solo che nel film ci sono gli attori ma la realtà americana è quella.
        Sai una cosa? Non capiterà più ma avrei voglia di entrare nello studio ovale… non chiedermi Perchè. Sogno proibito da secoli. Ho visto quello nelle keys. Ma era piccoletto.

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