Un Chatbot ci renderà liberi

È solo questione di tempo ed anche in Italia salirà all’onore delle cronache un signore, del quale non conosciamo il nome, che si farà largo nei mezzi di comunicazione digitali, alternativi e non giornalistici, attirando l’attenzione di molte persone deluse dalla politica, deluse dall’indole dell’uomo, avverse e diffidenti nei confronti di qualsiasi forma di ordine sociale.

Me la immagino una persona comune, laureata, buon livello di istruzione generale e, ovviamente, attitudine informatica. Ambizioso, non abbastanza valorizzato nel suo contesto lavorativo e sociale, con alcune timide iniziative a livello imprenditoriale, attualmente alla ricerca di consenso per questa sua nuova ed innovativa idea e deciso a riscattare quel senso di frustrazione che lo accompagna sin dall’epoca degli studi. Ancora non ha iniziato a frequentare i salotti televisivi e radiofonici, ma presto ne sentiremo, e lo sentiremo, parlare.

Ecco a che cosa sta già sicuramente lavorando. Da mesi sta seriamente dialogando con una intelligenza artificiale allo scopo di redarre un programma politico imparziale e perfetto, che, attingendo dai migliori filosofi, politici e condottieri della storia, ispiri un nuovo movimento: agnostico, non ideologico, non politico, non partitico, non convenzionale, da diffondere come un seme per fare germogliare la nuova società italiana del futuro.

Un passo epocale attende, secondo lui, l’evoluzione dei sapiens. Distante dall’uno vale uno e dall’uno che vale per tutti, egli vuole una guida sopra le parti: obiettiva, equidistante, garantista. Vuole un mondo dove qualcuno sopra di noi, ma questa volta con la perfezione della macchina, decida per tutti.

Già me lo vedo, in diretta streaming nazionale, da una piazza dove il suo popolo è stato radunato per l’occasione, declamare quanto l’intelligenza artificiale che governerà noi tutti gli ha detto di dire. La sua arringa ha uno stile seduttivo come mai sia era visto prima: così, acclamato da quella piazza, inizia con obbedienza il suo percorso di portavoce del potere digitale.

Ogni cittadino potrà rivolgersi direttamente al proprio capo del governo, pronto a farsi carico del suo caso. Ma voi avete presente il grado di discrezionalità di un chatbot? Quello sarà anche capo del governo, e lo avranno fatto studiare, ma continuerò ad avere in mente quelle faccine in basso a destra di applicazioni e siti, che ammiccando ci promettono soluzioni e risposte ai nostri problemi e che invece mi rispondono come degli emeriti deficienti.

In un mondo così non serve nemmeno il dissenso: la de responsabilizzazione del singolo, come garanzia di trattamento uguale per tutti, in modo che tutti si sentano ascoltati e felici: paradossalmente “liberi” di essere “prigionieri” di questo nuovo mondo a venire.

10 risposte a "Un Chatbot ci renderà liberi"

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  1. Ciao “Papi”, bentornato. Spero vada tutto bene.

    Le I.A. sono purtroppo il futuro, anche prossimo.
    Sarà sempre più difficile separare il fero dal falso: verranno falsificate voci, immagini, filmati, dialoghi e notizie. Già ora, con una semplice App, possiamo farlo anche noi stando seduti sul divano. E la tecnologia migliorerà al punto da rendere indistinguibile la verità dalla falsità.
    Esistono siti dove puoi “dialogare” con una I.A., che “auto impara” dal web.
    Tutto ciò è abbastanza terribile.

    "Mi piace"

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