Il Club di Papillon

Le leggende portano con se un fondo di verità, ma sia ben chiaro, questo non è un blog di misogini sfigati. Il racconto non rappresenta lo spirito che anima il blog, piuttosto uno degli aspetti che lo caratterizzano: quello goliardico (stavolta sì, un po’ sfigato e di parte) di certi racconti, che traggono spunto dalla quotidianità della vita e di certe relazioni. A scrivere sono io, Pepelion, amico e collega di Papillon nella vita reale, e voglio raccontarvi di come ho avuto l’idea di fondare il Club, del quale il blog – appunto – è l’organo di informazione accreditato e dove ho il ruolo di ghostwriter, coautore ed autore, quando Papillon (l’assonanza è casuale), severo ed arrogante editor, non mi censura.

Il tutto accadde in modo leggendario, con il nostro amato amico Teo come protagonista e il nostro luogo di lavoro come teatro degli avvenimenti. Una mattina, nemmeno il tempo di accendere il PC che Teo,  veramente alterato, mi convoca d’urgenza alla macchinetta del caffè:

  • “Basta, non ne posso più, è ora di fare qualcosa, non si più può andare avanti così, dobbiamo smettere di subire!”
  • “Ehm…, scusa non capisco…dobbiamo fare che?” Dico io perplesso.
  • “E’ ora di reagire, contrattaccare, dobbiamo fondare un movimento di ribellione clandestino, organizzare cellule di resistenza segrete, tu mi aiuterai e sarai la nostra guida e fonte d’ispirazione!”
  • “Io? Che centro io?”
  • “Centri, eccome! Ci ho pensato a lungo e finalmente ho trovato la soluzione”.
  • “La soluzione a cosa?”
  • “Al problema dei soprusi delle donne nei confronti degli uomini”.
  • “Minchia!”
  • “Insieme organizzeremo un gruppo di guerriglieri della libertà e tu sarai l’ideologo del movimento, il saggio che ci ispirerà, colui che ci condurrà nella lotta fino alla VITTORIA!” Concluse alzando la voce.

Lo guardai un po’ confuso, poi abbozzai:

  • “Ma perché proprio io? Io non so nulla di queste cose, sai bene che sono un tipo molto tranquillo…”.
  • “No, non è vero! Sei esperto in materia di rapporti uomo donna, appartieni al genere maschile e sei affranto dagli stessi problemi che affliggono gli altri uomini. Non puoi tirarti indietro, devi aiutarmi a fondare il Movimento di Ribellione dai Soprusi Femminili Finalizzato alla Liberazione dalla Tirannia!”.

Ci pensai un secondo:

  • “Va bene, ci sto, però con quel nome non si andrà da nessuna parte, ci vuole qualcosa di più accattivante, facile da ricordare, che faccia presa sul pubblico e leva sul comune desiderio di libertà”.
  • “Uhm, forse hai ragione, che ne dici di “Le ali della libertà?”
  • “No, troppo esplicito e già usato per il titolo di un film e poi, le ali… gli assorbenti… dai, che cavolo dici!”.
  • “Allora propongo Fighter Club”.
  • “Troppo violento, però Club mi suona bene, sa di gruppo, di solidarietà”.
  • “Ci sono: Freedom Club”.
  • “Troppo americano, sembra la denominazione di una squadra di Contractor militari…. no, dovrebbe piuttosto essere qualcosa che evochi il riscatto e il desiderio di libertà come il Conte di Montecristo. Ecco, forse Montecristo Club potrebbe andare bene”.
  • “Noooooo, troppo ottocentesco, ci vuole qualcosa di più moderno, più vicino a noi”.
  • “Ci sono, Papillon, lui sì che voleva essere libero e in più era irriducibile”.
  • “Perfetto, mi piace, allora chiameremo il nostro movimento Club Papillon e che Dio ci aiuti!”

Spargemmo la voce solo fra gli amici più fidati chiedendo a tutti di mantenere il segreto e di coinvolgere solo persone veramente motivate. Dopo un’ora eravamo arrivati a dodici membri del club, all’ora di pranzo eravamo in trentasette, finito l’intervallo cinquantasei. Visto l’inaspettato numero di adesioni, fummo costretti a rinunciare alla macchinetta del caffè come sede dell’assemblea costituente del movimento.

Il capo del personale, anche lui membro del club, ci mise a disposizione la sala conferenze. Alle quattro del pomeriggio iniziammo con l’appello e il conteggio finale fu di centodiciotto presenti. Teo ed io ci guardavamo esterrefatti, perché non riuscivamo a capire il motivo di quell’inaspettato successo: c’eravamo praticamente tutti, fattorini compresi.

Poi, quando fu il momento di scegliere il motto del club, capimmo tutto e non ne fummo meravigliati. All’inizio fu proposto “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo”, ma poi a grande maggioranza, fu scelto: “Maledette bastarde, siamo ancora vivi!”.

7 risposte a "Il Club di Papillon"

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    1. Esiste, eccome se esiste, ce ne sono anche tante in giro, e una è quella che scrive… sono gli effetti collaterali dell’essere cresciuta in un certo modo :))) Sei la terza persona con cui parlo di questo argomento nel giro di pochi giorni, quasi quasi ci scrivo un post.

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  1. Se voi non esisteste (che verbo difficile) come faremmo noi a fare S.S. (sesso sfrenato) inteso come unione corporale, fisica e mentale, meramente finalizzata ad avere orgasmi più o meno multipli, non virtuali, in sequenza?Necessari pe rimanere contente e soddisfatte, non rimborsate e possibilmente qualche volta, gravide? E voi, teneri cuccioli di labrador come fareste a lamentarvi quando avete 37.2 di febbre se noi non facessimo le vostre amate crocerossine? Se ci hanno inventate dobbiamo esserci, se vi hanno copiati da noi, pazienza! Vi teniamo così, amabili e scarmigliati, con pancia e senza capelli non importa! Vi amiamo molto con i vostri limiti ed i vostri pregi che pochi non sono! Senza voi, temo che andremo poco lontano et viceversa. Buon lavoro!

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    1. Analisi perfetta. Io lotto tutti i giorni con infinita pazienza, come fanno tanti uomini. Perché è la pazienza la chiave di tutto, assieme ai percorsi e le difficoltà che si condividono. Ho rinunciato a certe cose per altre, che più avanti comunicherò.

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